sabato 1 settembre 2007

Benvenuti a psicologia.

Orari cambiati all’ultimo, file alle segreterie, date d’appello sbagliate, avvisi didattici difficili da individuare per un semplice mortale, occupazioni, mancanza di aule, indisponenza dei prof, non dico che vi debbano capitare per forza tutte queste cose, ma almeno una di queste esperienze le vivrete nella nostra gloriosa Sapienza. Per la nuove leve della facoltà di psicologia, ecco un manuale che darà loro qualche dritta generale sul come gestire le difficoltà e scampare allo stress che molti individui sviluppano in ogni facoltà della nostra organizzatissima università. La mia esperienza si rifà al mio specifico corso di laurea, ma spero che i consigli siano validi anche per gli altri corsi di questa facoltà almeno.

Che razza di individuo sono

Per chi non mi conosce mi presento per educazione.
Non per vantarmi (un pochino forse), ora dirò a che punto sto con gli esami, dato che così saprete da chi provengono i consigli che ricevete in questo blog.


- Età: 21
- Corso: Pisicologia 1, La Sapienza (Roma), iscritto al corso di "Scienze e tecniche psicologiche per l’intervento etc etc... "
- Iscritto dal: 2005
-Laureato nel: Gennaio 2009. Sono entrato subito dopo nel corso di laurea Magistrale e risulto regolarmente laureato senza anni fuori corso. - Disturbi psichici riscontrati durante il corso di studi: leggero nevroticismo; tendenza all’aggressività, anche se sublimata in modo più o meno costruttivo scrivendo cazzate al computer. Per altri eventuali disturbi consulterò più tardi degli esperti.
- Media: 26 pulito (senza contare che gli esami con più crediti valgono doppio, non mi va di rifare il calcolo, anche se mi alzerebbe la media).
- Segno zodiacale: non c’entra un cazzo e non credo a queste puttanate!
Decidete voi se questo è un curriculum universitario buono, personalmente non mi lamento, ma poteva andarmi anche meglio. Ho fatto alcune fesserie, ho accettato per pigrizia voti che mi hanno massacrato la media, ho preso sottogamba alcuni esami e altre piccole e grandi stupidaggini, senza contare i miei limiti psichici e intellettivi. Cercherò di rendere preziosi questi errori sfruttando la mia esperienza per dare alcune dritte generali a chi è appena arrivato.
- Voto finale: 100

Primo passo: l'informazione è potere


Magari esagero, ma è difficile avere sempre informazioni precise sugli esami.
Se uno deve dare un esame, la cosa più importante è sapere che esame è, che tipo di prof lo fa, la modalità, il luogo e l’ora dell’appello e della verbalizzazione. Le fonti d’informazione sono svariate, però c’è un ordine di importanza e precisione. Partirò dalle fonti più inutili.
Bacheche: Sono la quintessenza dell’inutilità, le informazioni che forniscono sono più inutilii degli scoop di Studio Aperto e le più aggiornate risalgono all’età del bronzo, NON LE DEGNATE DI UNO SGUARDO!
Segreterie: Le segreterie sono tante quante le stelle della Via Lattea: sono miliardi e distanti anni luce l’una dall’altra, fisicamente e a livello di giurisdizione e in più giocano allo scarica barile. Meglio non consultarle a meno che non ci siano cavilli burocratici che le rendano necessarie.
Internet: Santo internet! Sarà il vostro compagno più affezionato durante questo viaggio. Occhio che, specialmente nei primi dell'anno il sito si impalla perchè sovraccaricato da visite evidentemente, ma quando funziona è utile. Una dritta per le verbalizzazioni: la data scritta nel riquadro grigio della prenotazione a volte è diversa da quella scritta sulla pagina dove sono scritti i voti, se è così, dovete rifarvi alla seconda.
Professori: Purtroppo, spesso le date degli esoneri non sono scritte su internet e vi tocca chiederle direttamente ai prof. Se lo chiedete via mail, in genere non rispondono; se li chiamate al telefono, in genere vi mandano affanculo perché li disturbate; l’unica è fare la fila al ricevimento, aspettare il prof, sorbettare eventuali ritardi o la loro lentezza perché si fanno gli affari loro invece di ricevere e aspettare il vostro turno per un prezioso minuto di conversazione.
Studenti: Se sono persone affidabili, inutile dire che sono i migliori informatori.
Un mito da sfatare.
Non siamo più al liceo. Alle superiori, volendo uno studente faceva l'asociale, studiava da solo, non si faceva amici e, pur facendosi bollare come secchione, almeno andava bene. Qua non funziona sempre così.
Dovete farvi un sacco di amici, crearvi il giro, mantenere i contatti con gente, possibilmente più brava di voi. Stando in gruppo potete captare più informazioni, alcune informazioni vi potrebbero sfuggire, informazioni come esoneri, lezioni saltate, seminari sui quali dovete informarvi senza che nessun prof vi dica niente. Senza contare che se non potete venire un giorno avete qualcuno che vi tiene aggiornato e magari vi passa gli appunti. Dopo la fine della lezione, anche se abitate lontano, se non vi è troppo scomodo indugiate un attimo con gli altri, magari anche solo cazzeggiando. Spesso (parlo per esperienza) un sacco di informazioni utilissime, esami facili che avreste perso se qualcuno non ve l'avesse ricordato, lezioni spostate o altro, escono fuori per caso volendo e vi permettono di sfruttarle in tempo.

Secondo passo: programmare gli esami

Rifacendomi allo stato delle cose dell’anno scorso (informatevi meglio per vedere se per caso le cose sono cambiate), quelli del primo anno non possono dare gli esami prima della sessione di febbraio. Non chiedetemi le ragioni che hanno spinto il genio che ha deciso questa porcata a imporcela. Prima di febbraio non potrete dare esami, dato che le menti illuminate che reggono il timone di questa folle nave non permettono di fare nemmeno gli esoneri. In teoria. Per fortuna, ci sono le leggi non scritte. Alcuni prof permettono agli studenti di anticipare l’esame con il cosiddetto esonero (è improprio chiamarlo così, si tratta più che altro di un pre-appello). Se l’esonero in questione è fattibile (più in là spiegherò meglio quali tipi di esoneri sono migliori), cogliete l’occasione. Sennò, è inutile studiare con quattro mesi di anticipo. Lavorate, cazzeggiate, studicchiate con calma piuttosto.

Tornando alla programmazione.
Alcuni appelli, sempre grazie alla lungimiranza di chi organizza i corsi di laurea, sono pericolosamente vicini. O non riuscirete a studiarli entrambi perché troppo vicini nel tempo o avrete grane con le date e gli orari. Oltre a studiare dovrete quindi essere capaci di incastrare tutti gli appelli che intendete sfruttare in modo da darli tutti. Ricordate che dovete contare non solo data e orario di appello, ma anche della verbalizzazione. Vedete di decidere quindi a monte gli esami da dare, in modo da gestirvela il meglio possibile e di avere un idea della tabella di marcia che dovrete rispettare. Seguite le lezioni, valutate se l’esame vi piace, lo trovate facile o meno, e pensate al voto minimo col quale lo vorreste passare. Non strafate, dare cinquanta esami in un mese seguendo ritmi umani porta solo a non passare metà degli esami dati o a passarli con una media penosa, 3-4 esami a sessione è un ritmo più ragionevole col quale dare esami. Nell’auspicabile caso che vogliate dare gli esami del secondo anno anche se siete al primo, ricordate che dovrete aver dato tutti gli esami del primo, anche quello a piacere.
Importante!
In genere, i primi appelli (specialmente il primo) sono i più facili, quelli nelle sessioni di settembre-dicembre, sono più difficili e ho la mia ipotesi sul perchè. Dato che la maggiorparte degli studenti che dà il primo appello ha frequentato le lezioni e/o si è preparata prima di altri, i professori, decidono di facilitare le cose e fanno domande più semplici, quando si tratta di uno scritto. Quelli che, spesso senza frequentare, si sono tenuti l’esame per gli ultimi appelli, vengono mazzolati o, più probabilmente, perché i prof, avendo già compilato domande per le sessioni precedenti, non hanno domande nuove da porre e, non volendo riciclare quelle vecchie (qualche domanda la rifanno praticamente sempre, ma per il resto si inventano qualcosa di nuovo), inseriscono le domande più difficili, che prima avevano evitato di inserire.
Quindi, sempre in base alla difficoltà e al voto che dovreste prendere a un certo esame, regolatevi.

Le bestie nere

Prima o poi capita per tutti l’esame rompi. Che sia statistica, per quelli che hanno fatto poca matematica al liceo. Che sia di argomento biologico, per chi non ha fatto bene biologia. Che sia storia, per chi la odia. Che sia tenuto da un prof di merda.
Che fare?
O si piange o si tirano gli attributi, niente da fare. Prendete ripetizioni, scrivete le risposte sul braccio, corrompete i prof, prendete il diciotto. L’importante è che ve li leviate dalle palle. Ci sono le bestie e queste bestie e vanno affrontate in modo diversi.
Alcuni esami (biologia, informatica, inglese o statistica, per esempio) non c’entrano niente con quello che studiamo, quindi, che voi li diate al primo anno o ve li teniate fino all’ultimo, non cambia niente, quindi, se per esempio esami che trattano di neurobiologia vi risultano troppo difficili, teneteveli alla fine, insieme a tutti quelli più pallosi.
C’è però un altro genere di bestie nere. A parte alcuni esami, che sono stati messi troppo presto o troppo tardi, c’è un senso nel modo in cui è organizzata l’offerta formativa. Esami come antropologia o sociologia (la prima mi è molto piaciuta e non è una bestia nera per me) non c’entrano granché con la psicologia, tuttavia sono state messe nel mio corso di laurea perché aiutano a capire alcune cose di altri esami. Ha quindi senso farli al primo o al secondo anno, perché sono propedeutici per gli esami successivi. Se invece ve li tenete all’ultimo, non avrà più senso studiarli, perché gli esami per i quali potevano rivelarsi utili, li avrete già dati e l’unica ragion d’essere di questi esami non ci sarà e troverete inutile e frustrante studiarli. Dateli quindi appena potete, anche se vi risultano difficili o antipatici.


Terzo passo: medie e crediti


Ci sono esami che danno un diverso numero di crediti. Escludendo i seminari che stanno al terzo anno, nel mio corso ci sono esmi da 8 e da 4 crediti e laboratori da 2 e da 6 crediti.
Gli esami hanno il voto, i laboratori no, quindi non vi stresseranno con la media, o li passate o non li passate. Va detto che, nel mio corso almeno, i laboratori si passano se prendete un voto superiore al 24, quindi occhio. Gli esami da 8 crediti valgono il doppio di quelli da 4, il che vuol dire, che se prendete un 20 a un esame da 8 crediti, è come prendere due 20 in due esami da 4 crediti.
Accettate i voti in base alla media e al numero di esami dati all'anno che volete mantenere.
Ci sono molte scuole di pensiero a riguardo. Qualcuno pensa che sia più importante dare il maggior numero di esami in minor tempo e accettano tutti i voti che passano al convento; altri, puntano sulla media alta, anche se ridanno più volte gli esami e ci mettono di più; altri se ne fottono.
Nel dubbio, cerco di equilibrare le due cose, dare tanti esami e con una buona media (e fottermene anche un po’).
Per quello che so, una media alta permette di aspirare al 110, quindi se volete avere una laurea con un buon voto, meglio concentrarvi sui voti a scapito della velocità con cui vi laureate. L’ingresso alla specialistica (dicono) è di fatto automatico se si prende la specialistica che corrisponde alla triennale fatta prima. Per chi non si sarà trovato bene alla triennale e vorrà cambiare percorso, invece, dovrà esserci la selezione col test. E in quel caso, contano sia la media dei voti, sia la velocità con cui sono stati dati gli esami.
Il voto di partenza all'esame finale si ottiene a partire dalla media aritmetica dei voti e il calcolo è fatto dalle segreterie che, per fortuna qualcosa se lo trovano da fare. Media aritmetica significa che dovete sommare i voti degli esami e divderli per il numero; gli esami che hanno un numero più alto di crediti pesano nella media nel senso che, se avete preso un 27 in un esame di 8 crediti è come se aveste fatto due diversi esami con un voto di 27.

Esame da 4 crediti (28) + esame da 4 crediti (28). Media=(28+28)/2
Esame da 8 crediti (27) + esame da 4 crediti (28). Media= (27+27+28)/3

Per quanto mi riguarda, io cerco di prendere tanto agli esami che mi piacciono e provo ad accaparrarmi il maggior voto che riesco a quelli che mi risultano più difficili e meno piacevoli. A seconda dell’esame, stabilisco un voto al di sotto del quale non lo accetto se passo.

Quarto passo: gli esami.

Vedete di decidere se volete dare tanti esami o pochi ma buoni, dopodichè di comportarvi di conseguenza. Ci sono più tipo di esami e ciascuna modalità ha i suoi pregi e i suoi difetti, puntate più in alto con il tipo di esame col quale vi sentite più a vostro agio.
Frequentate!
In genere - ma non ovnque - non è obbligatorio seguire tutte le lezioni.
E' comunque meglio se seguite, in alcuni casi, frequentate almeno 2-3 lezioni di un corso per capire dove vanno a parare. Alcuni corsi non è obbligatorio seguirli, ma si è facilitati nell'esame se si è frequentanti. In ogni caso, è sempre bene frequentare per avere le informazioni che alla Sapienza, non sono mai abbastanza.
Gli unici casi in cui non vi perdete niente se ve ne restate a casa sono: professore idiota o che non spiega niente.
I tipi di esame sono

Scritti a crocette: Secondo il mio personale parere sono alienanti per chi dovrà lavorare per mezzo della parola. Tuttavia, stanno bene con esami mnemonici o inutili. Il pregio di questi esami è che sono relativamente facili e che sono corretti in maniera uguale per tutti, anche se non vanno presi sotto gamba. Non lasciate risposte vuote, funziona come alla patente, quindi se non sapete che mettere buttatevi sulla risposta. Alcuni prof dicono che tolgono punti se qualcuno sbaglia una domanda, ma ci sono voci che sia una fesseria o, che almeno, questa regola non valga per le domande alle quali nessuno ha saputo rispondere. Nel dubbio, mettete la risposta a caso e chissenefrega. Credo che questi esami siano adatti per coloro che vogliono un voto basso senza studiare o per coloro che sono abituati a uno studio mnemonico. Non per quelli come me insomma. Sarà un mio problema, ma per me è risultato più difficile prendere 30 con questi esami più che con gli altri. Forse perché la modalità è demotivante…
Scritti a risposta aperta: Sono rarissimi nel mio corso, ne ho fatto molto pochi, li preferisco di gran lunga ai precedenti, dato che per me si può aspirare al 30 più facilmente e li trovo più adatti come esami di psicologia. Sono corretti in modo più o meno obiettivo.
Orali: I miei preferiti. Primo, perché in tal modo si può aspirare al trenta (i miei 30 li ho presi agli orali). Secondo, perché sono one-shot: mentre gli scritti vanno corretti e devi aspettare il risultato e poi andarlo a verbalizzare un altro giorno, con questi sai subito quello che hai preso e subito lo verbalizzi. Terzo, perché per me sono quelli più gratificanti. E’ questo il genere di esami nel quale, a meno che il prof non sia proprio stronzo, si può aspirare ai voti più alti. Va detto che, rispetto agli altri due, in questo esame conta di più il fattore culo e, brutto dirlo anche l’umore del prof. In genere gli assistenti sono stronzi e di braccine corte con i voti, ma sono costanti; molti prof sono umorali, dipende da come gli gira.
Una dritta.
Gli assistenti sono molto rigidi, vogliono sentirsi dire la frase precisa del libro, parola per parola, se ci mettete un altro termine si arrabbiano, anche se era giusto; coi prof potete un poco spaziare, offrire una rielaborazione critica, l'importante è stare attenti a come sono, perchè se, come detto prima, gira loro male è meglio stare cauti.
Un’altra cosa importante. All’orale non portate libri fotocopiati, portateli originali o prestati da un amico. Siccome sono quasi sempre scritti dai prof, se vedono che non avete comprato i loro libri o non vi fanno fare l’esame o vi trattano male.
Misti (crocette+orale): secondo me sono gli esami più idioti. Non solo devi andare all’uni due volte, ma ti capita lo spauracchio delle crocette. In genere, anche se in teoria l’orale serve solo ad alzare al massimo di qualche punto il voto dello scritto, a volte è solo l’orale che conta, in quanto è l’ultima prova che lo studente fa, a volte, l’assistente o il prof di turno fa il fiscalista e ti alza al massimo quattro punti, anche se hai dato un orale da Dio.
Misti (risposte aperte+ orale): Meglio degli altri. Mi è capitato di fare un esame così nel quale, l’orale è durato tre minuti. Un po’ palloso, considerando che avevo studiato un libro intero per dover rispondere a una domanda che il prof non mi fece neanche finire. Ma mi so accontentare, dato che quello è stato il mio primo trenta e lode…


Gli esoneri

Discorso a parte per gli esoneri. Sono tentato dall’usare la psicologia inversa, ovvero: se il prof dice che non è vero che l’esonero è più facile dell’esame, all’ora l’esonero è una cazzata e se invece ti propina un esonero senza dire niente vuol dire che è più difficile. Ma non vorrei generalizzare e poi è un trucchetto troppo rozzo per i miei gusti.
In linea di massima, l’esonero è meglio farlo. Con tutti gli esami che ci sono meglio levarsene uno dalle scatole, se riesci ad anticipartelo di molto rispetto alla sessione d’appello. E’ importante sapere i dettagli sull’esame, anche se a volte i prof sono un po’ reticenti. Per me gli esoneri-trappola sono quelli a crocette, tanto per cambiare ed esistono anche esoneri (quando sono idoneità), nei quali, se lo studente viene bocciato, deve saltare l’appello successivo.
State quindi attenti all’esonero al quale andate incontro. In genere i prof mettono delle condizioni per fare l’esonero come inserire nell’esonero argomenti trattati esclusivamente in aula e non scritti sui libri, chiedono agli studenti di mostrare loro gli appunti scritti a mano o chiedono una tesina.
Quando dicono che faranno solo domande sulla lezione non vi fidate, datevi anche una letta ai libri perché spesso ci mettono quello che pare a loro; per quanto riguarda gli appunti e la tesina sono un buon modo col quale dimostrare di aver frequentato e colpiscono favorevolmente i prof se sono loro a farvi un orale, ma ricordate che appunti e tesina devono essere fatti bene, sennò si incazzano.

Quinto passo: fare gli esami

Che vi aspettate? Vi devo dire tutto?! Filate a studiare e in bocca al lupo!
Vi posso solo dire una cosa molto importante.
Dopo aver superato un esame, non vendete immediatamente il libro, a meno che non vi sia talmente antipatico da causarvi l'orticaria. A meno che non siate sicuri al 100% che non vi servirà mai più, aspettate qualche mese prima di venderlo. Non pensate che se aspettate un po' non riuscirete più a piazzarlo, in genere i libri che potreste vendere, da me sono quelli migliori o che vi potrebbero servire in futuro. Nel secondo caso aspettate almeno un po', a volte vi capita di capire molti concetti a scoppio ritardato su un'esame che avete già fatto, quindi potreste rendervi conto dopo che il libro che avete avete venduto perchè vi sembrava pieno di fesserie, in realtà ci azzeccava solo perchè avete compreso meglio solo ora quelle fesserie. Quel libro potrebbe essere una miniera d'oro per la vostra tesi alla fine. Certo, se proprio vi fa schifo e lo potete vendere, vendetelo!