sabato 1 settembre 2007

Quarto passo: gli esami.

Vedete di decidere se volete dare tanti esami o pochi ma buoni, dopodichè di comportarvi di conseguenza. Ci sono più tipo di esami e ciascuna modalità ha i suoi pregi e i suoi difetti, puntate più in alto con il tipo di esame col quale vi sentite più a vostro agio.
Frequentate!
In genere - ma non ovnque - non è obbligatorio seguire tutte le lezioni.
E' comunque meglio se seguite, in alcuni casi, frequentate almeno 2-3 lezioni di un corso per capire dove vanno a parare. Alcuni corsi non è obbligatorio seguirli, ma si è facilitati nell'esame se si è frequentanti. In ogni caso, è sempre bene frequentare per avere le informazioni che alla Sapienza, non sono mai abbastanza.
Gli unici casi in cui non vi perdete niente se ve ne restate a casa sono: professore idiota o che non spiega niente.
I tipi di esame sono

Scritti a crocette: Secondo il mio personale parere sono alienanti per chi dovrà lavorare per mezzo della parola. Tuttavia, stanno bene con esami mnemonici o inutili. Il pregio di questi esami è che sono relativamente facili e che sono corretti in maniera uguale per tutti, anche se non vanno presi sotto gamba. Non lasciate risposte vuote, funziona come alla patente, quindi se non sapete che mettere buttatevi sulla risposta. Alcuni prof dicono che tolgono punti se qualcuno sbaglia una domanda, ma ci sono voci che sia una fesseria o, che almeno, questa regola non valga per le domande alle quali nessuno ha saputo rispondere. Nel dubbio, mettete la risposta a caso e chissenefrega. Credo che questi esami siano adatti per coloro che vogliono un voto basso senza studiare o per coloro che sono abituati a uno studio mnemonico. Non per quelli come me insomma. Sarà un mio problema, ma per me è risultato più difficile prendere 30 con questi esami più che con gli altri. Forse perché la modalità è demotivante…
Scritti a risposta aperta: Sono rarissimi nel mio corso, ne ho fatto molto pochi, li preferisco di gran lunga ai precedenti, dato che per me si può aspirare al 30 più facilmente e li trovo più adatti come esami di psicologia. Sono corretti in modo più o meno obiettivo.
Orali: I miei preferiti. Primo, perché in tal modo si può aspirare al trenta (i miei 30 li ho presi agli orali). Secondo, perché sono one-shot: mentre gli scritti vanno corretti e devi aspettare il risultato e poi andarlo a verbalizzare un altro giorno, con questi sai subito quello che hai preso e subito lo verbalizzi. Terzo, perché per me sono quelli più gratificanti. E’ questo il genere di esami nel quale, a meno che il prof non sia proprio stronzo, si può aspirare ai voti più alti. Va detto che, rispetto agli altri due, in questo esame conta di più il fattore culo e, brutto dirlo anche l’umore del prof. In genere gli assistenti sono stronzi e di braccine corte con i voti, ma sono costanti; molti prof sono umorali, dipende da come gli gira.
Una dritta.
Gli assistenti sono molto rigidi, vogliono sentirsi dire la frase precisa del libro, parola per parola, se ci mettete un altro termine si arrabbiano, anche se era giusto; coi prof potete un poco spaziare, offrire una rielaborazione critica, l'importante è stare attenti a come sono, perchè se, come detto prima, gira loro male è meglio stare cauti.
Un’altra cosa importante. All’orale non portate libri fotocopiati, portateli originali o prestati da un amico. Siccome sono quasi sempre scritti dai prof, se vedono che non avete comprato i loro libri o non vi fanno fare l’esame o vi trattano male.
Misti (crocette+orale): secondo me sono gli esami più idioti. Non solo devi andare all’uni due volte, ma ti capita lo spauracchio delle crocette. In genere, anche se in teoria l’orale serve solo ad alzare al massimo di qualche punto il voto dello scritto, a volte è solo l’orale che conta, in quanto è l’ultima prova che lo studente fa, a volte, l’assistente o il prof di turno fa il fiscalista e ti alza al massimo quattro punti, anche se hai dato un orale da Dio.
Misti (risposte aperte+ orale): Meglio degli altri. Mi è capitato di fare un esame così nel quale, l’orale è durato tre minuti. Un po’ palloso, considerando che avevo studiato un libro intero per dover rispondere a una domanda che il prof non mi fece neanche finire. Ma mi so accontentare, dato che quello è stato il mio primo trenta e lode…


Gli esoneri

Discorso a parte per gli esoneri. Sono tentato dall’usare la psicologia inversa, ovvero: se il prof dice che non è vero che l’esonero è più facile dell’esame, all’ora l’esonero è una cazzata e se invece ti propina un esonero senza dire niente vuol dire che è più difficile. Ma non vorrei generalizzare e poi è un trucchetto troppo rozzo per i miei gusti.
In linea di massima, l’esonero è meglio farlo. Con tutti gli esami che ci sono meglio levarsene uno dalle scatole, se riesci ad anticipartelo di molto rispetto alla sessione d’appello. E’ importante sapere i dettagli sull’esame, anche se a volte i prof sono un po’ reticenti. Per me gli esoneri-trappola sono quelli a crocette, tanto per cambiare ed esistono anche esoneri (quando sono idoneità), nei quali, se lo studente viene bocciato, deve saltare l’appello successivo.
State quindi attenti all’esonero al quale andate incontro. In genere i prof mettono delle condizioni per fare l’esonero come inserire nell’esonero argomenti trattati esclusivamente in aula e non scritti sui libri, chiedono agli studenti di mostrare loro gli appunti scritti a mano o chiedono una tesina.
Quando dicono che faranno solo domande sulla lezione non vi fidate, datevi anche una letta ai libri perché spesso ci mettono quello che pare a loro; per quanto riguarda gli appunti e la tesina sono un buon modo col quale dimostrare di aver frequentato e colpiscono favorevolmente i prof se sono loro a farvi un orale, ma ricordate che appunti e tesina devono essere fatti bene, sennò si incazzano.

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